Mi chiamo Massamba Kalam e suono la batteria, esattamente un solo tamburo, e sono un terrorista! Scherzo. Insomma…
Ho 25 anni. Mio padre è del Senegal: questa deve essere una certezza anche se sin da piccolo mi è stato detto che sono stato adottato. Ora ho dei seri dubbi. Lui, mio padre, era da un bel pezzo che non lo vedevamo. Erano tre anni che mancava da casa. Mia madre diceva che non sarebbe più tornato perché aveva preso altre due mogli. Le ho chiesto come si sentiva ad essere una delle tre, ma lei non mi ha mai risposto!
Lui vive a Touba in Senegal, sua città natale, e anche li ha aperto un negozio di scarpe. Mi scrisse che gli affari andavano bene e mi invitava a raggiungerlo. Ma non si poteva fare, è vietato da sempre!
Con la mamma facevano uno strano traffico. Nel negozio qui a Firenze, in via Calzaioli, escogitarono uno strano sistema: lei faceva lo sconto del 10% a chi portava le scarpe vecchie per acquistarne delle nuove. A fine mese gli spediva una vagonata di scarpe! Ma quello che non riuscivo a capire è come mai mio padre, il mese successivo, ci rimandava tutto indietro. Quasi tutto. Le scarpe c’erano, ma mancano i lacci!
Una mattina arrivarono i carabinieri in negozio. Perquisirono tutto e ci portarono in caserma. Io non ero mai stato in prigione. La prigione è un posto dove ti senti solo anche se c’è tanta gente.
Mi interrogarono per ore e mi riaccompagnarono in cella verso le cinque del mattino. Ero gonfio che non riuscivo a inghiottire la saliva. Però rimasi zitto. Non ho aperto bocca. Non avrei mai potuto farlo. Sono sordomuto! Il tipo che mi faceva le domande iniziava guardandomi in faccia e poi si voltava. Non riuscivo minimamente a leggergli le labbra. Capivo che urlava perché diventava paonazzo e si sbracciava come se gli avessero rubato la merenda o peggio, fottuto la moglie. Quando gli mostrai il dito medio provai un forte dolore in faccia. Svenni. Ricordavo solo la fotografia che mi aveva mostrato poco prima: delle scarpe allineate su un bancone tutte senza lacci. I lacci…
Il giorno dopo mi fece visita la mia nonna in infermeria. Aveva con se i cantuccini, sa che ne vado matto, anche se non sono riuscito a mangiarne uno. Mi parlava a gesti e piangeva. Non capivo perché piangeva. Non l’avevo mai vista piangere.
La sera ho parlato per la prima volta con il mio avocato. Mi ha spiegato un po’ la situazione. Tutta colpa di mio padre! Avessi saputo il perché delle scarpe senza lacci avrei rovinato tutto. Ho spiegato all’avocato che potevano chiederlo a mia madre, che sicuramente lei conosceva il motivo, ma non c’è stato niente da fare. Erano convinti che fossi io l’artefice del contrabbando di suole usurate. Questo è ancora oggi un reato molto grave nel mio paese, ma non nel Senegal, in Italia. Sembrerebbe che importare scarpe senza lacci costituisca violazione e frode fiscale nel commercio con il terzo mondo. Terzo mondo, quale? Chiesi. Il nostro! Mi ha risposto l’avvocato.
Mi hanno scarcerato 2 settimane dopo e insieme a mia nonna e mia madre ci hanno sistemato con forza dentro un volo merci per il Senegal. Non eravamo graditi. Dei sobillatori e ingrati, dissero. Mia madre era felicissima e anche mia nonna. Io non capivo. Solo quando siamo scesi dall’aereo e siamo usciti dall’aeroporto compresi tutto. Non avevo mai visto una città simile. C’erano le macchine! Moltissime e modernissime, palazzi altissimi e la gente era vestita benissimo… e non puzzava! I negozi erano ricchi, le insegne immense e piene di luci. Mi batteva forte il cuore. Mio padre ci aspettava su una macchina che non avevo mai visto. Mi ha detto che era una “Mercedes”! Con la mamma si sono abbracciati che non si staccavano più e piangevano. Certo che Touba non è Firenze: lì le persone sono tutte povere, anche noi eravamo poveri, le macchine le hanno solo quelli del governo. Tutti gli altri vanno in bicicletta. Dicevano che era perché dovevamo essere tutti ecologisti per un mondo migliore, ma la verità, e io l’ho saputa solo adesso, è che non c’era più benzina. Mi ricordo le file per comprare il pane dal distributore automatico… che amari ricordi!
Mia madre dice che adesso è felice perché siamo riusciti a scappare dalla povertà. Prima l’Italia, ai tempi dei suoi nonni, era un paese bellissimo.
Un fratello di papà, zio Omar, ci ha spedito dalla Germania un cartone pieno di scarpe. Io stesso ho tolto tutti i lacci e rispedito il pacco. Però ancora non hanno arrestato nessuno. Ho saputo che i tedeschi sono più furbi degli italiani e che alla cazzata dei lacci senza scarpe non ci cascano. Io continuo a non capire, però mio padre, mia madre e mia nonna, ridono spesso per questa cosa.
Domani è il 27 Aprile 2093 e compio 26 anni. Sono contento di stare a Touba, rimpiango solo gli amici del gruppo Rock. Battevo il tamburo quando sentivo la musica vibrare forte dentro di me.
Ho spedito una scarpa senza lacci anche a loro.
Non credo basterà e non credo capiranno!
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TITOLO: Cartoline dal Senegal (A)
Ma quando si deciderà questa signora tra la scarpa rossa con tacco 12 o la scarpa décolletée, rossa pure questa?
Ora della scelta, naturalmente, 19h25, e io voglio prepararmi bene per la cena di questa sera, il primo appuntamento è il più bello, il più delicato, il più brutto.
Già la scelta del ristorante mi ha tormentato per tre giorni: il classico fiorentino, bistecca e chianti, per far vedere il mio profondo essere di qua o, brutale e evidente, ristorante africano e via con le gallettes de manioc, le poulet yassa...per manifestarle il mio orgoglio nero, anche se veramente, di cucina africana, non me ne intendo proprio.
Deciditi signora, la interpello tra me e me!
A volte, suggerire un parere personale funziona. In un senso come nell'altro, o decide di non prendere niente o mi ascolta, non mi importa di perdere una vendita, a quest'ora, tento il tutto per il tutto:
La signora alza gli occhi divertita verso di me:
Lo so, si stupiscono ancora, un senagelese alto quasi due metri e fiorentino, un bel contrasto, lo so.
Ma io ce l'ho nel sangue il mio essere toscano, fluisce nelle mie vene a forza di ninne nanne e cantucci della nonna che mi hanno speziato il sangue, a forza di scuola di quartiere e partite di calcio. A forza di innamorarmi di ragazze testarde, arroganti, sarcastiche, irresistibili!
Questa sera la vedo, questa mia tosta ragazza che ha accettato di venire a cena soltanto dopo tre mesi di assillo.
Ci siamo incontrati ad un concerto rock, lì io stono meno, nessuno si stupisce di vedermi, rientra nelle certezze: è nero, senso del ritmo e generalità assimilate.
Ma se ho dovuto studiare sodo per imparare, non interessa - quello che mi si chiede piuttosto sarà : Davvero hai un negozio di scarpe? Come mai?
Io non la racconto la mia storia, la potete indovinare, non sono certo il primo bambino adottato, e, dovessi sposarmi, lo vorrei anch'io un figlio adottivo, così so a chi regalare il negozio...
Lei li vorrà dei figli?
Forse corro troppo?
Questa sera, le dico, certo glielo dico:
vuoi venirmi a sentire il 27 ottobre, faccio un concerto con il mio gruppo rock? Mi farebbe tanto piacere.
Maledizione, potevo stare zitto! Taglio corto, chi se ne frega:
Devo averla convinta, la signora, perché le prende queste scarpe, o le ho fatto simpatia , come un esotico familiare, un fiore trapiantato, un prodotto culturale originale, che ne so, l'importante è che sono le 7e 40, che vado di corsa a casa, poi al ristorante, quello classico, tradizionale doc, e mangio con la mia ragazza una bistecca, bevo chianti, progettiamo un viaggio, magari in Africa, direzione Sénégal, ad imparare le ricette, poi vendo il negozio di scarpe ed apro un ristorante...oppure no, il contrario: andiamo in Africa, scopriamo che ci piace vivere proprio lì, apriamo un bel ristorante di cucina italiana e mandiamo le cartoline ai miei genitori: quando venite a trovarci? Vi aspettiamo! E portate i cantucci della nonna, che ci mancano tanto...
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L’APPUNTAMENTO ( traccia B)
Sono in volo da ore, cioè questa è l’impressione, in realtà sono solo cinquanta minuti: stiamo sorvolando i bianchi massicci alpini del versante svizzero. Ci hanno pure offerto gli auricolari e sul bracciolo alla mia sinistra ho digitato un po’ di stazioni finché ne ho trovato una che trasmette romanze e arie d’opera. Chiudo gli occhi.
“E lucean le stelle ed olezzava la terra…. L’ora è fuggita…e muoio disperato” Bellissima nella versione di Placido Domingo
La mia vicina sta armeggiando con lo spinotto e mi chiede dove infilarlo, ho una rispostaccia pronta, ma mi trattengo e l’aiuto, però non posso scegliere per lei così le consiglio la stazione numero uno per poter seguire in lingua italiana il film che stanno trasmettendo sui monitor.
Io non posso, non riesco a vederlo.
“…lascia ch’io pianga mia cruda sorte…”
Non so perché sono qui, cioè lo so, ma non so perché ho preso questa decisione. In fondo sono quarantacinque anni che convivo con una tenda da sole addosso, non voluta, una grata di prigione costantemente cucita sugli occhi. Un bambino si agita poche file oltre la mia, speriamo non si metta a piangere, perché non gli fanno seguire il cartone animato? Forse è troppo piccolo.
“…Se Romeo t’uccise un figlio…” intonata da Vesselina Kasarova
Io non ho figli, ho però un gatto, un certosino di dieci anni, una magnifica, morbida, dolce gattona che è rimasta a casa con mio marito,
“Oh mio Fernando… “ nella versione cantata da Jadraka Jovanovic, la mia preferita in questa aria.
Anche lui insegna al conservatorio, mio marito intendo non il gatto, anche se Perla ha più orecchio e senso del ritmo (lo vedo dalla coda) di alcuni miei studenti, non so come affronteranno l’esame di solfeggio parlato “difficile” in chiave di violino. Comunque questa volta non è un mio problema, per tre mesi non li rivedrò. Fernando , mio marito, insegna pianoforte: è un uomo buono , divertente ed affidabile, con lui rido…ed è questo che mi ha fatto innamorare di lui oltre alla comune passione per la musica .
“Libiam ne’ lieti calici…che la bellezza infiora…. e il riso in questo in questo paradiso ne scopra il nuovo dì”
Stanno proponendo delle bevande: prenderei volentieri un caffè, ma sono già troppo in tensione, meglio un bicchiere d’acqua. A volte l’acqua lava via i pensieri non graditi, le ansie che attanagliano….Ma che cosa dico? Ci vorrebbe qualcosa di ben più forte, ma io non sono abituata e rischierei di presentarmi all’appuntamento con un gran mal di testa.
Domani ci sarà il terzo tentativo, poi se anche questa volta non ci saranno risultati, mi dovrò rassegnare a perdere la vista, perché la mia non è una normale miopia, eh no, troppo facile! È complicata da infezioni corneali varie, distacco retinico, mi manca il glaucoma e poi il mio quadro clinico è un esempio da manuale di tutte le complicanze possibili. Mi viene in mente una barzelletta:
“Qual è la differenza tra Dio e un chirurgo?... Dio sa di non essere un chirurgo!
Speriamo che il mio, di chirurgo, non abbia la sindrome divina….
Perché balliamo così? Mi è stato detto che non dovrei neppure starnutire!
“Signori è il comandante che vi parla, allacciate le cinture, posizionate le mascherine dell’ossigeno, che stanno uscendo dagli alloggiamenti sopra la vostra testa, sulla bocca e respirate normalmente…..Mayday…mayday” Respirare normalmente?
“Ave Maria di Schubert….” per fortuna nella versione di Placido Domingo e Nana Mouskouri!
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La donna dei gatti (B)
-Tesoro, passa da me alle 10:30. Prima sono in ufficio. Bacioni-
Leggo il messaggio mentre mangio una poco sana barretta di cioccolato stravaccato sulla mia brutta poltrona. Dovrei andare? Alle 10 inizia la finale di campionato, e il mio televisore nuovo non aspetta altro. E poi ho già detto a Marco e Nico che avrebbero potuto guardare la partita a casa mia, probabilmente avranno già preso pizze e birre. Ma lei non lo capirebbe…Però è da una settimana che non la vedo, non voglio deluderla. Bene, andrò a casa sua e casualmente accenderò la TV, e magari la convincerò a guardare insieme la partita. No, questo è surrealismo. Ma tentar non nuoce. Scendo rapidamente le scale bagnate col rischio di spezzarmi l'osso del collo e raggiungo la mia fedele Bravo. Fedele un corno, non c'è benzina. È già buio e fa freddo, e casa sua è dall'altra parte della città. Inoltre questi lampi non promettono affatto bene, e il mio ombrello è rotto. La tentazione di voltarmi e lasciarmi cadere di nuovo sulla poltrona è fortissima, ma l'immagine di lei che piange perché le ho dato buca, o più probabilmente, che mi augura patologie letali e sconosciute è ancora più vivida nella mia mente, così mi dirigo verso la vicina fermata dell'autobus. Ad aspettare con me solo un pakistano con grandi buste con ogni probabilità piene di bracciali e collane e orecchini e anelli di vera plastica. Perché non vende anche lui ombrelli come i suoi colleghi visto il tempo? L'autobus si ferma, saluto l'autista e pago il biglietto, mi mancano pochi centesimi, non vuole farmi salire. Sono sul punto di sferrargli un pugno e prendere il posto di guida quando il pakistano mi porge sorridendo i soldi necessari. Lo ringrazio, ma sarò costretto a comprare qualche bracciale domani. Uno potrei regalarlo a lei, ma col suo stipendio può permettersi ben altro genere di bracciali. Avanzo nell’autobus quasi deserto e mi accomodo più nervoso di prima su un sedile lercio di fronte a una donna che prima non avevo notato. È magra e sembra piuttosto alta, ha i capelli raccolti in una crocchia, sta cercando di decifrare un libro di musica con naso incollato alla pagina. Avrà meno di 50 anni ma per come è vestita sembra una nonnina. In effetti, sembra proprio mia nonna, solo che è meno curva. Ha un cattivo odore, vorrei cambiare posto ma lei potrebbe intuire il motivo, e non essendoci altra anima viva vicino a noi capirebbe di essere la causa del mio allontanamento. Potrei fingere di voler scambiare due chiacchiere col mio amico vucumprà, ma non ne ho alcuna voglia, così resto lì e sopporto il fetore. Pare impossibile che una donna di quell'età puzzi come un animale. Sono sempre più nervoso. Potrei essere a casa ad aspettare che arrivino i miei amici per oziare allegramente, e invece sono in autobus con un nero, una signora maleodorante, e senza un soldo. Noto che la signora porta con sé una cesta piena di cuscini. Roba da matti. Comprendo che non è lei ad emanare cattivo odore ma la cesta, su cui ora ho soffermato lo sguardo. Non ho mai dato segni di squilibrio mentale ma giurerei di aver visto sbucare una coda pelosa. La signora sicuramente ha visto i miei occhi strabuzzati e si affretta a spiegarmi. Sono i suoi gatti, dice, rimasti gravemente feriti a causa della caduta di alcune tegole dal tetto di casa sua e per questo ora si sta recando dal veterinario. Gatti. Non li ho mai potuti sopportare. ogni volta che andavo a casa di Carla quegli schifosi iniziavano a strisciarmi fra le gambe con le loro inquietanti vibrazioni. Ma quando quello più grosso mi ha anche fatto inciampare non ci ho visto più. L’ho chiuso in un sacco per la spazzatura e gettato in un cassonetto mentre lei si preparava. Alle sue domande sul gatto ho sempre risposto vagamente. Forse si è convinta che sia scappato o che sia stato preso da qualcuno durante uno dei suoi giretti del quartiere. La signora è inconsciamente sadica. Prende il cesto e me lo porge invitandomi a vedere quanto siano belli i suoi gatti, ma di fare attenzione perché stanno dormendo. Riluttante appoggio una mano sulla coperta che copre le bestie per scostarla, ma mentre compio quest'azione delicatissima l'autista frena di colpo. Il contenuto del cesto mi si rovescia addosso. Due gatti sanguinolenti e fetidi mi coprono la faccia. La mia camicia si tinge di macchie rosse. Approfittando dell'apertura del portello secondario scaglio via i due corpi mollicci e sudici. La donna vorrebbe urlare qualcosa ma la voce le si strozza in gola. Gli occhi si fermano, non respira più. La sua brutta testa di vecchina ricade pesantemente sul petto. Sono soddisfatto e tranquillo. Guardo a destra verso il posto del pakistano sorridendo serenamente. Guarda assorto la sua merce, sembra non aver notato nulla. Mi volto nuovamente verso la donna. Il suo posto è vuoto. Sul sedile peli di gatto. Mani fredde attorno al mio collo, ed è il buio.
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VITA DI BUCK - Il matrimonio di Emily (C)
Era impossibile farcela, quell'osso proprio non ne voleva sapere di tornare in superficie. Mi facevano male le mascelle a forza di tirare, ma dove si era impigliato?! “Buuuuuck...”, la voce di Mary cominciava ad essere stridula, ci stavo mettendo troppo tempo, sentivo l'ansia nella sua voce, come quando qualcosa nel programma di marcia andava storto e lei cominciava a perdere il controllo sugli eventi. “Buuuuuck, se non vieni subito in macchina ti lasciamo a casaaaaaa...”.
Fatto! Rotolando all'indietro mi rialzai col mio bell'osso tra i denti, mi sorridevano anche le orecchie, e galoppai verso la famiglia già sistemata in macchina in pompa magna, oggi matrimonio!
“Cagnaccio, ci vuoi far perdere l'entrata solenne della zia in chiesa”, Mary mi scrollava la testa con un grattino e mi spingeva dietro, tra le gambe dei ragazzi. Gira e rigira trovo il mio bel posto, osso e tutto me. E si parte. Sono sempre un po' caotiche le nostre partenze, tutta una corsa per preparare valigie, scatole, cibo (Mary non partirebbe mai per un viaggio senza un'adeguata scorta di cibo, a volte penso che lei creda che fuori dalla sua casa, il suo regno, si estenda un infinito deserto) ed io, che mi eccito sempre alla vista dei preparativi, corro dall'uno all'altro per controllare che tutto sia pronto, ecco un calzino lasciato indietro...ehi, ti sei dimenticato il billo, come pensi di addormentarti questa sera?! Se non ci fossi io, come farebbero in questa casa?
A parte il lancio del riso dove ho potuto abbaiare e saltare come un matto, mi sono annoiato a morte ad aspettare là fuori, i ritmi umani a volte mi sono un po' incomprensibili, ci sono posti dove non posso andare con la mia famiglia, come se ci fossero luoghi che non sono adatti per me, ma oggi è un giorno speciale: la zia Emily si sposa. Ed il banchetto valeva l'attesa, c'era un'infinità di gente, tutti a farmi complimenti per il mio fisico eccezionale (ma quanto sono vanitoso!), mi sono pavoneggiato al fianco di Mary e dei ragazzi fino allo sfinimento, ho dato sfoggio di tutte le mie migliori qualità, ho anche ballato con le zampe appoggiate sulle spalle di Robert, il cugino di Mary, che, dopo molte ore con le gambe sotto il tavolo, aveva bisogno di smaltire un po' di alcool; piazzato come un pascià vicino alla mia famiglia, ho mangiato per ore con Mary che, oltre al mio piatto sempre pieno, mi ha fatto assaggiare ogni tipo di cibo umano; c 'è stato un momento mentre ero lì con la pancia piena e rilassato tra le persone che amo, con intorno il movimento festante di tutte quelle persone venute da lontano per fare onore a Emily... (già Emily, che storia...sposata giovanissima, quarant'anni di matrimonio e poi rimasta sola si va ad innamorare di un giovanotto di trent'anni più giovane, ma la storia è che lui è innamorato ancora più di lei e vederli insieme è una di quelle cose che ti fa venire voglia di vivere), dicevo...che ho pensato che lì in quel momento sperimentavo il paradiso.
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UN LEONBERGER ADATTO ALLA FAMIGLIA (C)
La luce argentata di un pomeriggio di marzo, illuminava l’elegante casa in riva al lago Iseo.
Da una grande vetrata, si vedevano i vertici rigogliosi degli alberi del maestoso giardino, che spiccavano contro il cielo dove veleggiavano centinaia di cumuli.
I professori Molly e Sara sedevano al tavolo dialogando con entusiasmo.
Io accucciato sulla mia poltrona color frassino, mi leccavo i baffi al ricordo di quello che avevo gustato a mezzogiorno.
Sono un Leonberger, un cane di razza di grossa taglia e mi chiamo Barny. Raggiungo gli 80 centimetri al garrese e i 65 chili di peso. Ho il pelo lungo di colore giallo-rosso con la maschera nera. Anche se il bebè di casa, Tom di 4 anni, mi prende in giro per le mie orecchie cadenti, ho una forte ossatura.
Sono classificato tra i cani da guardia, e il mio temperamento è buono, equilibrato, mansueto, adatto alla vita in famiglia e con i bebè vado d'accordo. Accetto anche gli ospiti e più di fargli qualche giro attorno, non gli faccio nulla.
In silenzio pacifico, studiavo le espressioni dei due ospiti che si erano del tutto rilassati.
Alle diciotto, un’auto guidata dal maggiordomo Pier, era entrata nel giardino, fino a quel momento taciturno. Davanti al portone, di ritorno dall'asilo, era arrivato Buk con la sua mascotte, Tom.
Buk aveva appena compiuto gli anni, vissuti con umorismo e determinazione. Era stato un punto di riferimento importante per la famiglia che si era sempre aggrappata a lui.
A dire la verità, pure io, perché se non c'è lui che mi porta qualche osso, me la passo gran male.
Era arrivato il momento di saltare addosso a quel birbante di Tom. Non solo, dargli una bella leccata in faccia ma giocare pure a nascondino.
Ormai avevo ben capito dalle loro discussioni, che gli eleganti ospiti, aspettavano Buk per poter parlare di una palazzina dell'ottocento con affreschi.
I professori avevano atteso per circa due ore l'arrivo del mio padrone, perché volevano informazioni accurate.
Sara e Buk erano nati lo stesso anno, ben quarantadue anni fa. Erano stati compagni di classe alle elementari e alle superiori. Poi, lui si era trasferito a Pisa dove aveva frequentato l’università e dopo aver superato l’esame di stato, aveva incominciato a esercitare la professione di avvocato nella sua città natale.
Anche lei, dopo aver sposato Marco Dodi, era approdata a Pisa con il marito. Il loro rapporto di amicizia non si era mai interrotto, anzi, con il procedere degli anni si era fortificato.
L’etica professionale di Buk, consentiva di raccontare il valore di diverse opere d'arte, compresi gli affreschi.
Gli ospiti erano stati ricevuti nella sala. Si erano seduti sulle poltrone ai lati del camino. Buk gli aveva offerto caffè e cioccolatini fondenti.
Avevano parlato di banalità, poi, all’improvviso, Sara, con un gesto presumo abituale nei momenti d'ansia, aveva allontanato dal viso i capelli ramati in argento. Si era alzata e dandomi le spalle, si era chinata per allacciarsi una scarpa.
Mi avvicinai, e vedendo la sua tenerezza, gli tirai su il viso. Lei mi guardò con occhi di color miele millefiori e rise.
A quarantadue anni, Sara era ancora una bella donna e sembrava in perfetta forma fisica.
Di nuovo, aveva allontanato i capelli dal viso con un gesto veloce e aveva proseguito: «Tu Buk, sai il valore del patrimonio? Vorrei inserirlo nella mia collezione».
«Vi metterò in contatto con i proprietari, sia a te che a Molly», aveva ribadito Buk.
Quelle erano opere eseguite da pittori minori dal tardo seicento all'ottocento, che riproducevano banchetti e tavole imbandite.
Al solo pensiero, mi veniva la bava alla bocca dall'acquolina.
I singoli affreschi, dipinti con una tecnica abbastanza ingenua, non avevano un particolare valore, ma nell’insieme costituivano una rara e preziosa collezione sul tema del cibo, e questo mi faceva aver lo stesso gusto dei professori.
Sara era soddisfatta e dopo aver sorriso, si era infilata in bocca un cioccolatino, gustandolo con piacere. «Così va meglio», aveva detto.
Gli alberi oscillarono, scossi da un vento forte e improvviso che sospingeva nuvole d’inchiostro, oscurando il cielo.
La luce di un lampo rischiarò la sala e un tuono spaventoso lasciò tutti senza fiato.
Tom senza nemmeno attendere un istante, era abbracciato al mio collo.
Mi alzai su due zampe per controllare, ma subito, l'avvocato accese una lampada per illuminare la stanza. Una pioggia si gettò contro la vetrata mentre lampi e tuoni si verificavano sempre più frequenti.
Così com’era venuto all'improvviso, il temporale fuggì via e nel cielo nacque la luce del tramonto.
Accucciandomi, mi accorsi che Tom si era assopito.
Stando attento a dove mettevo le zampe, mi arrotolai sul bimbo, il mio cucciolo.
Con il muso appoggiato su Tom, mi accorsi che le due ospiti stavano salutando il mio valoroso padrone, ma ho sbadigliato così forte, che ora non ricordo più nulla.
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OSVALDO (traccia C).
Hanno appena tagliato l’erba. A me piace questo odore, lo aspiro a fondo, rumorosamente, ed è ancora più potente, forte e piacevole quando il prato è bagnato; come adesso, che è appena piovuto, uno scroscio fortissimo mi ha fatto rintanare nella cuccia. Ora è tornato il sereno, e sono ritto sulle zampe teso a prosciugare tutta l’aria circostante, l’aspiro con la lingua e le narici, mentre il mio pelo nero si impregna dell’umidità circostante.
Fuori dalla villa, davanti al cancello, è iniziata la parata serale dei cani del vicinato: Flippy, Dolly, Nerone, Pietro…
Venite, venite, eccovi qua, Grrrrrrr…Bauu!... Ma sì, fatevi sentire forte da quei cretini dei vostri padroni, fate finta di essere quello che non siete, cani da guardia, ridotti a vivere in quattro metri quadrati di terrazzo, chiusi nelle vostre mura domestiche, mezz’ora d’aria, se va bene. Pietro, molosso bastardo, prova ad avvicinarti, Pietro..
Ecco Giulia che rientra da scuola, apre il cancello con Marco, le corro incontro anche se so che dovrò fermarmi. Vorrei saltarle addosso e leccarle il muso, lei prova ad abbracciarmi, Marco glielo impedisce: “Giulia, no!” . Sono zuppo di pioggia, sporco di fango.
“Ma come sei ridotto, come facciamo? … Carla, Carla, ma hai visto come è conciato il cane? Che facciamo?”
Carla sbuca dall’interno, un tripudio di colori che mi entusiasma, insieme al suo profumo inebriante. Corro verso di lei, pronto a dimostrarle tutta la mia gioia nel vederla, ma un altro “NO!” , “Cuccia, Osvaldo!” mi costringe a fermarmi e ad acquattarmi per terra.
Carla e Marco iniziano a parlottare fitto. Giulia entra in casa e butta lo zaino per terra, dietro alla porta, poi esce fuori con un foglio di carta, che sventola sotto il naso dei genitori.
“Osvaldo viene con noi, è un cane da salvataggio in acqua, il Terranova. C’è scritto qua, papà l’ha stampato ieri da internet, quindi se cado nella piscina mi salva Osvaldo.”
“E’ troppo sporco, non possiamo, Giulia. Vieni a cambiarti, dobbiamo essere al matrimonio tra poco. Lo so, c’è la piscina nel ristorante, ma tu non devi caderci dentro, tutto qua.”
Giulia protesta, grida, implora, si dimena. Il mio muso gira verso ognuno di loro, provo a fare lo sguardo più languido e dolce, poi mi alzo e scodinzolo guardando ora lei ora lui, con quel fare speranzoso e rassicurante proprio del migliore amico dell’uomo, della donna e dei bimbi.
Li ho convinti. Lo so, lo sento. Lo sguardo di Carla verso Marco, le sue braccia abbandonate sui fianchi, mi fanno capire che ha desistito. Inizio a girare intorno a Marco, lui rotea con me e si trova davanti la piccola Giulia, ancora ferma in attesa della sentenza.
“Dai Giulia, vatti a vestire. Andiamo tutti. Osvaldo, muoviti, vieni con me!”.
Sono già in macchina quando arrivano Carla e Giulia. Mi piace quando sento il rumore d’accensione, mi piace quando vedo sfilare i palazzi e muoversi gli alberi, mentre sono accucciato all’interno dell’abitacolo. Mi piace quando faccio appannare i vetri, col mio alito.
Son dovuto restare un po’ in macchina, mentre loro andavano in un posto dove non potevo entrare, poi siamo ripartiti, ancora un po’ di movimento; infine, lo stop. Finalmente si apre lo sportello per farmi scendere.
Ancora erba, ancora odore di terra bagnata, la serata promette bene. Poi vedo lei, la piscina: la soluzione è a portata di zampa.
Amo l’acqua, amo anche essere elegante e far ben figurare i padroni nelle situazioni importanti; questo fango non mi si addice, il grande Osvaldo è pronto, fa un balzo e si tuffa, nel blu.
Se c’è stato un grido, non l’ho sentito. Se c’è stato un “NO!”, è arrivato troppo tardi.
Questo posto è meraviglioso, le mie zampe mulinano nell’elemento liquido, quando esco sono grondante quel tanto che garantirà l’apoteosi della felicità: lo sgrullare dell’acqua dal mio pelo.
Intorno, il vuoto. Dietro ad esso, un semicerchio di persone, chi ride, chi urla, chi fa di tutto per evitarmi.
Giulia, non vedo Giulia. Riprendo felice la mia escursione sul prato, curioso di tutto e di tutti.
Adoro le feste.
ROMA - Cate Blanchett sarà nel cast di 'Indiana Jones IV' insieme ad Harrison Ford nel film prodotto dalla Lucasfilm e diretto da Steven Spielberg. Non è ancora stabilito quale sarà il ruolo dell'attrice premio Oscar per 'The Aviator'. Il film - si legge nel sito di Hollywood Reporter - si inizierà a girare a Los Angeles e in altre location ancora segrete intorno al mondo.
La Paramount Pictures farà uscire nelle sale 'Indiana Jones 4' nel maggio 2008. Per quanto riguarda la Blanchett, sta attualmente girando 'The Curious Case of Benjamin Button' di David Fincher e poi presterà la sua voce in 'The Fantastic Mr. Fox' di Wes Anderson.
Zagabria - Bustine di zucchero con l'immagine di Adolf Hitler e barzellette sull'Olocausto sono state trovate in alcuni bar della Croazia, provocando dure critiche da parte del Centro antinazismo Simon Wiesenthal, così come l'apertura di un'inchiesta. Lo ha annunciato l'ufficio della procura statale, precisando che è già stata aperta un'indagine sull'accaduto.
Gli impiegati della fabbrica di zucchero della compagnia Pinki, di Pozega - scrive d'altra parte il quotidiano croato Novi List - hanno confermato che le bustine di zucchero sono state effettivamente fabbricate nel loro stabilimento. L'incidente ha messo in imbarazzo il governo, che è impegnato nell'intento di minimizzare gli antichi legami del paese con il nazismo.
Durante la seconda guerra mondiale, il regime croata degli ustascia si è schierata con la Germania nazista, applicando le leggi razziali, per le quali migliaia di serbi, ebrei, gitani e antifascisti croati sono stati uccisi nei campi di concentramento del paese tra il 1941 ed il 1945. Il direttore del Centro Wisenthal, Efraim Zuroff, ha espresso la sua "repulsione e disgusto" per il fatto che tali articoli possano essere prodotti e distribuiti nei nostri giorni in un paese "in cui non solo ha avuto luogo l'Olocausto ma è stato commesso per la maggior parte da collaboratori locali del nazismo".
"Se non altro, questa è una disgustosa espressione della nostalgia per il terzo Reich e per un periodo dove gli ebrei, i serbi ed i gitani sono stati uccisi in massa in Croazia", ha aggiunto. Zuroff ha esortato la Croazia ad ordinare il sequestro immediato delle bustine di zucchero, in base alla legge contro le discriminazioni razziali, etniche o religiose.
Nel paese infatti non esiste una legge che punisce coloro che negano l'Olocausto. I simboli ustasci sono stati tollerati durante il mandato del presidente Franjo Tudjman, che ha governato il paese dall'indipendenza nel 1991 al 1999, inasprendo i rapporti con Israele. I parlamentari croati del governo successivo, che hanno avviato il paese ai negoziati per l'entrata nell'Unione Europea, hanno chiesto scusa per i crimini del regime ustascia


MESSINA - La sirena suona per le piccole vie disegnate sulla pietra nera di Stromboli: all'inizio i pochi abitanti presenti sull'isola pensano a una riedizione dell'esercitazione del 2005, della quale non erano stati informati. Ma questa volta l'allarme è reale. Pochi momenti di sorpresa e poi, con calma, la gente si sposta sulla collina, oltre le linee di "sicurezza" tracciate dalla Protezione civile, mentre nel cielo sono visibili le colonne di fumo dell'eruzione e quella di vapore sprigionata dal contatto tra la lava incandescente, che fuoriesce da una frattura a 600 metri, e l'acqua del mare.
ROMA - Mancano poche ore ormai all'eclisse totale di luna, che inizierà in tarda serata, poco dopo le 21,00, per concludersi nelle prime ore di domenica mattina.
Un'occasione così non si verificava dal 28 ottobre 2004, e anche allora le nubi lo avevano minacciato. Se il cielo sarà limpido, sarà possibile osservare il fenomeno della 'luna rossa': nel momento di picco del fenomeno il nostro satellite assumerà infatti questo colore. Nella fase culminante dell'eclissi, infatti, la Luna si colora letteralmente di rosso a causa dei raggi deviati dall'atmosfera terrestre all'interno del cono d'ombra della Terra.
Illuminata dal Sole, la Terra proietta dietro di sé un cono d'ombra entro il quale passa la Luna. Un processo, questo, particolarmente evidente per i raggi di luce rossa, che vanno a colorare la Luna durante l'eclisse in modo più o meno intenso e spettacolare a seconda delle condizioni atmosferiche.
Gli osservatori aperti per seguire l'eclisse saranno più di 50. Il sito dell'Unione Astrofili italiani (
ROMA - La luna rossa ha mantenuto le promesse e ha illuminato il cielo notturno, splendendo accanto a Saturno.
E' stato uno spettacolo unico in Italia, perfettamente visibile da nord a sud. Soltanto sulle regioni centrali all'inizio della serata le nubi avevano fatto temere una delusione, ma poi per fortuna il cielo si è aperto.
"E' uno spettacolo unico quello che avviene quanto la luna si tuffa nel cono d'ombra della terra", ha detto l'astrofisico Gianluca Masi, del Planetario di Roma. "E' un'eclisse di luminosità media - ha aggiunto - perché la luna non si trova esattamente al centro del cono d'ombra della terra". Tanto che nel disco colorato di rosso, sfumato fino al bianco nella zona superiore, era ancora ben visibile un bordo chiarissimo e brillante. Tanti gli appuntamenti con la luna rossa organizzati in tutta Italia da gruppi di astrofili e astronomi.
E tantissime sono state le persone che hanno voluto godere lo spettacolo dal vivo, uscendo per strada o andando agli appuntamenti organizzati da planetari e osservatori. "Il prossimo appuntamento con la luna rossa è fra circa un anno", ha detto il presidente dell'Unione astrofili italiani (Uai), Emilio Sassone Corsi. Il 21 febbraio 2008 ci sarà infatti un'altra eclisse totale di luna ben visibile dall' Italia. Ma l'orario sarà meno comodo. Lo spettacolo, infatti, comincerà solo intorno alle quattro del mattino.
ROMA - Costi per le ricariche via da lunedi': scatta infatti la nuova norma del pacchetto liberalizzazioni di Bersani che consentirà di eliminare il balzello che grava sui prezzi delle ricariche dei telefonini che, secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori, frutterebbe alle compagnie telefoniche circa 1,8 miliardi di euro l'anno.
Ma proprio le organizzazione di difesa dei consumatori sono in allerta: temono che qualche gestore sia tentato di eludere od aggirare le prescrizioni della norma intervento su cavilli o piani tariffari. Il Codacons punta il dito soprattutto su Wind, che potrebbe in alcuni casi continuare a far pagare i costi di ricarica.
"Da lunedi' qualsiasi costo di ricarica applicato agli utenti della telefonia mobile sarà considerato illegale e, come tale, denunciato dinanzi le competenti autorità"avverte il Codacons rivolto alle compagnie telefoniche che "in base alle prime indiscrezioni, vorrebbero continuare a far pagare ai vecchi clienti il balzello cancellato dal Ministro Bersani" e cita appunto Wind. Il Codacons, spiega il presidente Carlo Rienzi, chiede all'Autorità per le comunicazioni "di verificare i nuovi piani tariffari degli operatori telefonici per accertare se al loro interno si celino aumenti a discapito degli utenti.
Le compagnie che decideranno di fare le 'furbe', scaricando sui consumatori i minori introiti derivanti dal taglio ai costi di ricarica, o quelle che continueranno a imporre tale balzello, dovranno essere pesantemente sanzionate". Ma da Wind replicano che le ricariche da 50 euro in su erano già gratuite e continueranno ad esserlo, mentre chi vuole ricaricare per importi minori deve passare ai nuovi piani tariffari che rispettano le indicazioni del decreto Bersani. '3' ha giocato d'anticipo e ha abolito i costi di ricarica già da ieri. Oggi è stata la volta di Vodafone, mentre Tim li eliminerà lunedi'.
Le associazioni dei consumatori hanno da subito messo in guardia rispetto alla possibilità che tutte le compagnie telefoniche possano rifarsi dei mancati introiti da ricarica rialzando le tariffe attraverso i nuovi piani tariffari meno convenienti. Adusbef e Federconsumatori hanno insistito sul tema della trasparenza tariffaria ricordano che l'Agcom, l'Autorità di Garanzia per le comunicazioni, ha predisposto una delibera, con cui "obbliga gli operatori a mettere a disposizione dei clienti informazioni sul costo reale delle telefonate, dopo un minuto, 3 minuti e 15 minuti, in base all'offerta commerciale sottoscritta". L'utente, quindi, deve essere informato sul costo finale comprensivo di Iva, canone, scatto alla risposta, e anche relativo ai servizi di messaggistica (sms e mms), alla telefonia fissa e a internet.
ROMA - La cosmologia classica è in pericolo, e a metterla in crisi è un gruppo di scienziati italiani. La prima mappatura della materia oscura, il 'riempimento' dell'universo, pubblicata da Nature, sembra infatti dare ragione a Luciano Pietronero, dell'Istituto di Sistemi Complessi dell'università La Sapienza di Roma, che ipotizza che la distribuzione della materia nelle galassie non sia continua ma segua la geometria frattale.
Le teorie classiche della cosmologia, che discendono direttamente dalle equazioni di Einstein, sostengono che l'universo sia 'liscio', cioé che la distribuzione della materia sia uniforme. Per giustificare il fatto che le galassie si presentano sotto forma di aggregati discontinui gli astronomi hanno ipotizzato la presenza della 'materia oscura', una sostanza che riempirebbe il 95% dello spazio. "La materia oscura però è più che altro un rattoppo che giustifica le teorie - sostiene Pietronero - noi ci siamo limitati ad applicare le leggi della statistica, di cui siamo esperti, ai dati disponibili sulla distribuzione della materia nell'universo lontano. Non vogliamo rifare la cosmogonia, ma semplicemente sosteniamo che la geometria frattale spiega molto meglio questi fenomeni".
Tra i principali 'avversari' di questa teoria c'é il gruppo di astronomi dell'Università di New York guidato da David Hogg. Secondo Hogg la teoria dei frattali "Crea più problemi di quanti non ne risolva", a cominciare dal fatto che andrebbero ripensate tutte le leggi fondamentali della cosmologia. "Io non sono d'accordo con questa impostazione - ribatte Pietronero, protagonista con Hogg di un lungo articolo su questo dibattito apparso sull'ultimo numero della rivista New Scientist - non si può dire che finché non proponiamo un modello alternativo le nostre teorie non sono valide. Noi proseguiamo con i nostri studi man mano che arrivano nuovi dati, e se c'é qualche legge che deve cadere che cada".
Fra i nuovi dati a cui si riferisce il fisico italiano c'é anche la prima mappatura della materia oscura in una parte dell'universo, operata da Richard Massey del California Institute of Technology e pubblicata da Nature. Il risultato di Massey è stato che anche questa 'sostanza misteriosa' sembra essere distribuita con le stesse discontinuità di quella conosciuta. "Questo risultato sembrerebbe darmi ragione - sostiene Pietronero - ma io aspetterei prima di dare sentenze definitive. La mia posizione è semplicemente questa: l'analisi statistica dei dati è quella, e non è possibile confutarla, tant'é vero che anche chi ci avversa comincia a darci ragione. Sulle teorie poi si possono fare tutte le elucubrazioni che vogliamo". Altre prove in un senso o nell'altro verranno nei prossimi mesi, quando nuovi dati delle misurazioni di Massey verranno resi noti.
- "Non ci si puo' accorgere di noi soltanto adesso". Andrea Lo Cicero attacca il mondo politico, accusato di aver trascurato il rugby. Secondo uno dei simboli della nazionale italiana, vittoriosa ieri a Edimburgo contro la Scozia, l'improvvisa attenzione per l'Italrugby sa un po' di beffa."Mi fa piacere che Prodi abbia speso delle parole sul rugby - afferma il catanese - pero' noi della nazionale esistiamo da tanto tempo, e non ci si puo' accorgere di noi solo adesso per sfruttare l'onda".
ROMA - "Io non mi sono mai proposto nella vita: non ho mai chiamato un regista per lavorare con lui e non ho mai chiesto a qualcuno di farmi esibire in questo o in quel posto, tantomeno in America. La notizia dell'Oscar è stata una bella sorpresa. Non ci pensavo più...". Ennio Morricone è raggiante e orgoglioso per l'assegnazione del riconoscimento tanto sognato e già sfiorato cinque volte con altrettante candidature.
Raggiunto telefonicamente nella sua casa romana, il celebre compositore, si divide tra complimenti e interviste e racconta che la notizia dell'Oscar gli è arrivata a casa ieri sera: "Quando ho risposto al telefono e mi sono sentito dire 'Buongiorno' con accento inglese, mentre stavo andando a dormire, ho subito capito", racconta. A comunicargli dell'Oscar alla Carriera è stato Sid Ganis, presidente della Academy. Adesso Morricone è frastornato, solo in mattinata "ho ricevuto più di cinquanta telefonate", dice.
"Sono attonito ma felice perché l'Oscar arriva mentre sono in piena attività professionale". "Ma è solo un caso", spiega, che l'ambita statuetta gli sia stata assegnata proprio nel momento in cui si prepara a debuttare negli Stati Uniti con due concerti-evento, in programma proprio a febbraio 2007, circa tre settimane prima della Notte degli Oscar che si terrà a Los Angeles il 25 febbraio. Per Morricone c'é grande attesa in America, il Paese che lo ha tanto corteggiato ma in cui il Maestro curiosamente non ha mai fatto concerti. Come mai? "Perché non me lo hanno chiesto", risponde con semplicità, anche se si fa fatica a credere che nessuno ci abbia mai pensato. Un produttore si favoleggia gli offrì persino una villa sulle colline di Beverly Hills per invitarlo a trasferirsi in America, ma lui rifiutò.
"Quella villa - dice oggi non l'ho mai vista. Ma io ho sempre preferito tornare a Roma". E oggi più che mai a farsi rapire dall'America non ci pensa proprio. "Sto bene nella mia città", dice. Morricone è stato invitato dall'Onu a tenere nella sede dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 2 febbraio un concerto di beneficenza per dare il benvenuto al nuovo segretario generale Ban Ki-Moon, in carica dal 1 gennaio 2007. Per l'occasione eseguirà, insieme al repertorio delle sue principali composizioni di musica da film, anche il pezzo sinfonico corale 'Voci dal silenzio' da lui scritto dopo l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 e definito tempo fa "la partitura non cinematografica più importante che abbia mai ideato". Oggi quella partitura assume un significato ancora più ampio spiega -"contro tutte le stragi del mondo".
Per il concerto all'Onu il Maestro sarà accompagnato dall'Orchestra 'Roma Sinfonietta' e del Coro Polifonico 'Canticorum Virtuosi' di New York. "Sarà un concerto molto importante moralmente per me", aggiunge. Il giorno dopo, il 3 febbraio, Morricone terrà un altro concerto al Radio City Music Hall di New York. Qui dirigerà un'orchestra ed un coro composti da 200 elementi ed eseguirà i brani più significativi del suo repertorio tra cui alcune delle più note colonne sonore di film. "Mi sento onorato e fortunato di sostenere un evento così significativo in cui la grande musica di un Maestro come Ennio Morricone diventa linguaggio universale per un concerto di pace e solidarietà fra tutti i popoli della terra" spiega Gallotta ideatore ed organizzatore degli eventi in collaborazione con la Fondazione 'Give Them A Hand' di New York, la Missione Italiana alle Nazioni Unite, la Niaf (National Italian American Fondation) e l'Istituto Italiano di Cultura di New York, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Anche il Moma, Museum of Modern Art di New York, renderà omaggio a Morricone con una retrospettiva (in programma dal 1 al 5 febbraio) di alcuni tra i film più importanti per i quali il Maestro ha firmato le colonne sonore, tra cui 'C'era una volta in Americà, 'The Untouchables', 'La Battaglia di Algeri', 'C'era una volta il West', 'The Mission', 'Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto'. A febbraio uscirà anche un cd pubblicato in tutto il mondo dalla SonyBmg Italia, nel quale alcuni tra i più importanti artisti internazionali hanno reinterpretato le composizioni del Maestro, tra questi Bruce Springsteen, Metallica, Quincy Jones, Celine Dion, Yo-Yo Ma, Andrea Bocelli e Roger Waters.
NEW YORK - Gli scoiattoli sono piccoli mammiferi dall'aria simpatica che hanno però un vizio: tendono a essere un po' troppo prolifici. Per contenere il problema, a Santa Monica in California si è deciso di mettere in pratica il 'controllo delle nascite', attraverso un vaccino contraccettivo che, oltre a ridurre i rischi di diffusione di malattie, eviterà di dover ricorrere a soluzioni più drastiche.
"Non vogliamo sopprimere gli scoiattoli, se possiamo evitarlo - ha detto al Los Angeles Times Joe McGrath, capo del servizio di supervisione dei parchi cittadini secondo cui questi animali, come i topi, "possono essere aggressivi e portatori di malattie". Tanto maggiore è la loro popolazione - ha aggiunto Gail Van Gordon, entomologo presso il Dipartimento sanitario di Los Angeles - tanto più alto è il rischio di diffusione di un'epidemia.
Dal 1998, Santa Monica si è più volte guadagnata la palma di città con il maggior numero di scoiattoli, che solo a Palisades Park - uno dei parchi principali della città - sono più di mille, ognuno dei quali partorisce da tre a sei cuccioli circa due volte all'anno. Con questa soluzione, l'amministrazione comunale spera quindi di mettere a tacere le numerose associazioni animaliste che negli anni passati hanno duramente criticato le varie campagne di soppressione di massa operate ai danni dei piccoli roditori.
ATENE - Non è ancora stato classificato come specie in via di estinzione, ma anche il tipico asinello greco, quello immortalato su milioni di cartoline che hanno fatto per anni il giro del mondo, sta cominciando a sparire. A lanciare il grido d'allarme è stato oggi, dalle pagine del diffuso quotidiano 'Ethnos' (Nazione), Iorgos Arsenos, docente di veterinaria che da anni si occupa di questa specie, secondo il quale nel 1955 in Grecia c'era oltre mezzo milione di somarelli (per la precisione 508.000), ridottisi in 40 anni a poco più di 95.000 (censimento del 1995) ed l'anno scorso rimasti soltanto in 18.173. "Gli asini fanno parte della nostra tradizione culturale - ha detto Arsenos ad 'Ethnos' - però i trattori e gli altri mezzi agricoli li hanno sostituiti nei lavori dei campi e, di conseguenza, anche dal panorama greco".
L'asino, secondo il professore, "non si addice più alla cultura del greco moderno ma questo è un grande sbaglio che porterà alla sua estinzione". Sempre stando al docente, i quadrupedi che non completano in Grecia il loro normale ciclo vitale vengono esportati in Italia e in Svizzera, dove la loro carne viene venduta a caro prezzo per la preparazione di paté e di salumi. Anche oggi c'é chi considera il filetto d'asino un pasto eccellente mentre, per gli antichi greci, i suoi organi genitali avevano poteri afrodisiaci.
Nelle campagne è ancora diffusa l'opinione che il latte d'asina sia per i bambini un perfetto sostituto del latte materno, però il suo consumo continua a diminuire per motivi di sicurezza igienica. Usati come animali da soma soprattutto nelle campagne e sulle montagne della Grecia - dall'antichità sino alla fine degli Anni '40 durante il secondo conflitto mondiale e la guerra civile che insanguino' il Paese - in tempi più recenti gli asini sono stati spesso utilizzati come involontari contrabbandieri di stupefacenti.
L'ultima volta che salirono alla ribalta delle cronache fu nel marzo 1998 quando una carovana di 11 asini, ognuno carico con circa 200 kg di hashish, venne intercettata da agenti di confine greci alla frontiera con l'Albania nella zona di Kastoria (Macedonia occidentale). I somarelli furono bloccati ma i mulattieri albanesi riuscirono a fuggire lasciando nelle mani delle autorità greche due tonnellate e 170 chili di droga, la più grande quantità sino ad allora sequestrata in Grecia. "L'asino - conclude Arsenos - è collegato in modo inscindibile alla tradizione greca e dobbiamo proteggerlo. Si potrebbe creare una banca di materiale genetico anche se far questo è molto difficile".
LONDRA - Vietare McDonald's per la salute dei bambini: l'invito non proviene da un gruppo di attivisti anti-globalizzazione ma dal Principe Carlo che considera la grande catene di fast food una delle principali responsabili della pessima alimentazione dei più giovani.
Il duro attacco dell'erede al trono - lanciato da Abu Dhabi e ripreso dalla stampa britannica - giunge in occasione dell'avvio di una campagna di sensibilizzazione (Diabetes Knowledge Action), sostenuta dallo stesso principe, per combattere il diabete negli Emirati Arabi, il secondo paese al mondo per numero di diabetici (20% di malati nella fascia d'età tra i 20 e 79 anni). Al cospetto di scienziati e ricercatori dell'Imperial College London Diabetes Centre ad Abu Dhabi, che gli presentavano le nuove iniziative volte a migliorare gli standard alimentari del paese, Carlo ha risposto suggerendo la messa al bando della McDonald's.
"Avete provato a vietare McDonald's? Sarebbe fondamentale", ha spiegato alla nutrizionista Nadine Tayara. Da sempre sostenitore dei cibi biologici e strenuo oppositore degli Ong, il principe dal 1986 possiede un'azienda agricola nella sua tenuta di Highgrove Estate dove sono banditi pesticidi e fertilizzanti chimici. Le parole del principe - come prevedibile - non sono piaciute alla multinazionale statunitense che attraverso una portavoce ha fatto sapere di essere "estremamente dispiaciuta. Ci sembra un commento improvvisato, che non riflette la qualità del nostro menù né quello che facciamo come azienda".
La portavoce ha aggiunto che il principe è "chiaramente non informato" di alcune scelte fatte dalla società, come le nuove e più complete etichette, la promozione dell'agricoltura sostenibile, e i cambiamenti nei valori nutritivi del menu, con più scelta e varietà. "Altri membri della famiglia reale hanno visitato un McDonald's più di recente e hanno un'immagine di noi più aggiornata", ha affermato. Clarence House, l'ufficio di Carlo a Londra, ha diffuso successivamente un comunicato in cui si sottolinea che "il principe di Galles da tempo promuove l'importanza di una dieta bilanciata, in particolare per i bambini. Nel visitare il centro contro il diabete, voleva enfatizzare la necessità che i bambini mangino una gran varietà di alimenti, nessuno dei quali in eccesso".
ROMA - Che il clima non sia quello giusto è ormai evidente. E non c'entrano le nostalgiche lamentazioni da anziani sulle 'stagioni di una volta'. L'inverno non si è visto e la primavera, arrivata già a febbraio per i cicli vegetativi, sta già procedendo a larghi passi. A dimostrarlo sono le temperature della prima domenica di marzo, tradizionalmente ancora da cappotto e quest'anno quasi da spiaggia.
Un po' in tutta Italia il termometro ha segnato minime giornaliere che accomunano tutto lo stivale senza grandi differenze: 18 gradi a Bolzano come a Palermo, 20 gradi a Firenze come a Catania. Ormai anche gli scettici sembrano essere concordi sulle anomalie del clima.
E a mettere definitivamente fine a ogni dubbio arrivano anche i dati ufficiali raccolti dall' Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche: l'inverno 2007 è il più caldo degli ultimi duecento anni.
Secondo le rilevazioni dell' Isac-Cnr, che conserva appunto una banca dei dati meteorologici degli ultimi due secoli, quest' anno è stato superato di 1,79 gradi il precedente valore massimo raggiunto nel 1990. Il record di caldo è d'altra parte ben visibile anche in natura dove i cicli riproduttivi sono sconvolti, tanto da aver portato a una maturazione contemporanea e anticipata di verdure e ortaggi che non si era mai avuta prima d'ora.
"Per la prima volta nella storia delle campagne romane si raccolgono nei campi le fave, che arrivano normalmente solo in tarda primavera ad accompagnare le scampagnate - spiega la Coldiretti - e sui banchi dei mercati è già possibile trovare una varietà di offerta made in Italy come mai nel passato: dai piselli ai carciofi a tutte le insalate a pieno campo, dalle lattughe alle scarole fino ad asparagi e pomodori".
Un' offerta ampia e variegata che non si era mai vista in questa stagione e che sta creando problemi anche al mercato per la sovrabbondanza di prodotti e il conseguente crollo dei prezzi all'origine. La situazione mostra dunque un autunno e un inverno eccessivamente caldi, con temperature oltre i 4-5 gradi in più rispetto a valori normali. Sono stati assai rari gli episodi climatici autenticamente invernali.
D'altra parte, come spiegano gli esperti del Cnr, la circolazione delle masse d'aria dall' Atlantico ha invertito la rotta procedendo verso Nord e non viceversa, come accade normalmente in inverno con circolazione di aria fredda da Nord verso Sud proveniente dalla Siberia e dalla Scandinavia. Così anche la leggendaria tramontana ha dovuto arrendersi alle bizzarrie del clima, subendo in questo autunno-inverno una riduzione di oltre il 30%. In pratica non c'é mai stata circolazione di aria fredda Ma il vero problema potrebbe venire in estate per la mancanza di riserve idriche.
Dalla fine dell' autunno fino ad oggi le precipitazioni hanno avuto una diminuzione di oltre il 25%, mentre i fiocchi di neve si sono fatti attendere invano nelle località sciistiche. In tutto questo, poi, la natura sembra essere impazzita. In Abruzzo gli orsi bruni hanno mantenuto intatta l'attività per l'intero periodo invernale, mentre in Val d'Aosta gli stambecchi sono già saliti oltre i 2.500 metri come in estate. E al posto della neve, un po' su tutte le montagne, sono comparse da gennaio le fioriture primaverili. Né conforta il fatto che il fenomeno dell' inverno caldo accomuna tutta l' Europa, compresa la Russia dove a gennaio si è arrivati a 10 gradi in più rispetto alla norma.
- ROMA - 'Bollicine' Saffa remix 07, disponibile da domani, si preannuncia uno dei protagonisti dell'estate. Il remix di uno dei piu' grandi successi di Vasco Rossi e' stato prodotto, arrangiato e mixato da Marco & Simone Di Crescenzio. I due producer hanno iniziato la loro attivita' nel 2005. Da allora hanno realizzato remix per artisti come JT Vannelli e Gus Gus, oltre a produrre Del Gado, percussionista apprezzato in tutto il mondo della scena Club
bello questo sondaggio.
RispondiEliminaLa più bella, ma?